Chi sono

Sono Dino Veniti, il ragazzo della porta accanto. Capelli nero corvino, pettinati e puliti, sorriso smagliante. Di bell’aspetto, sempre ben vestito e dai modi garbati, educato, affabile, accogliente. Non ho mai pronunciato una parolaccia, non fumo, non bevo alcolici e non faccio uso di sostanze stupefacenti. Un vero bravo ragazzo, l’idolo delle mamme e delle nonne. Non una macchia sulla mia fedina penale. Non una macchia sul mio curriculum. Studente modello, in procinto di laurearmi in Teologia con il massimo dei voti, ho abbandonato gli studi prima della tesi di laurea per darmi alla libera professione di esorcista. Di recente, ho fondato una start-up tecnologica, assumendone il ruolo di amministratore delegato, che vede come cliente principale una joint-venture tra Città del Vaticano e Vodafone, con l’ambizioso intento di trovare dei nessi tra religione cattolica ed elettromagnetismo. Cristiano cattolico praticante, mi confesso e faccio la comunione tutte le domeniche. Sono padre di due figli e marito esemplare, modello di ubbidienza e disciplina, perfettamente integrato nella società attuale e integrabile in quelle future. In sintesi, un esempio vivente di perfezione fisica e morale, eccezion fatta per una decennale tossicodipendenza da eroina, comunque limitata a un paio di pere al giorno, dopo pranzo e prima di andare a letto, ordunque esercitata con un rigoroso autocontrollo.

Faccio in modo che vi possiate fidare di me, sentirvi a vostro agio e avvicinarvi in totale rilassatezza, quando all’improvviso: ZAC, ZAC, ZAC! Vi faccio a fette con le mie provocazioni e con la crudezza del mio realismo, per destabilizzarvi e togliervi da sotto il culo la sedia delle vostre certezze di carta.

Sono un cioccolatino perfettamente confezionato, ma una volta scartato, sarete travolti dal fetore nauseabondo di un rifiuto organico dello stesso colore del cacao.

Dimenticavo: io non esisto.

Buona lettura.

8 pensieri riguardo “Chi sono

  1. Una delle migliori presentazioni su WP. Bello vedere che c’è chi si presenta prendendosi in giro, usando figure retoriche, non credendosi Churchill o Marie Curie e soprattutto non usando la terza persona singolare per parlare di sè. Chapeau

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