Vergine Madre, che priva di macchia,
venisti al mondo, o tu, senza peccato,
l’ansia m’invade, addio, giorni di pacchia;
rubiginoso travaglio qui attendo,
volti infelici e canuti; spossato
vaglio tra nubi, già ozioso, m’arrendo!
Scende la notte; burrasca fervente,
niente più lotte, le luci son spente.
non i sembra di essere stato troppo rinunciatario? I versi sono bellissimi
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È una resa al dolore, che ridona vita. Ogni tanto bisogna fermarsi a pensare, o a non pensare, meglio ancora. Grazie Flavio!
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