Sollievo sopraggiunto, eterna lotta,
d’un orbe soffocato da un padrone,
m’elevo a mani giunte a Te, rimbrotta,
assorbi il me negato e testimone.
Rileva, prendi spunto, esterna flotta;
la serpe ha ormai placato ogni tenzone,
l’alcova è non più unta, sverna rotta,
le turbe hanno assediato altra fazione.
E penso a te, alla virtude mancante,
sommersa da una peste celebrata,
pusilla servitrice assai banale;
l’immenso re ormai ci esclude, distante,
dispersa già ogni festa, disertata.
Sobilla, o meretrice, non fai male!
Un vuoto non emarginato…
"Mi piace"Piace a 1 persona
Interpretazione interessante…😉
"Mi piace""Mi piace"