Fatica, invadi l’alme e anche le membra
d’erranti cavalier cui nomadismo,
distanti, mai legger, senza lassismo,
pervade antica chiama e i cocci assembra
di parti tra lor scisse, è quanto sembra,
che ottenebran il corso con cinismo
che genera una morsa d’egoismo.
Che scarti inutil fisse, ciò rimembra!
Tra decezioni e pavori perseguon
la via d’un demone già sussurrata
nel mentre il tedio del mondo l’assale
e al ventre assedia un’immonda vestale
mai pia, sin remore, castra efferata,
salve eccezion: coi timori, proseguon!