Siede spossata da tanti travagli,
e sùbito alla porta bussan lesti,
non dubita, son forti, indossan vesti
candide, issàti, sul manto due intagli.
Vetusti spettri ricorron, già noto,
l’accoglie e non sentenzia e l’occhi serra,
coi brogli lor non danza, pecca ed erra,
trambusti elettrici scorron nel vòto.
E’ sera e duole, tenace Signora,
ch’i pugni stringe e spenge il suo giudizio
e spera in un sollievo che ristora.
Intera suole, mordace divora,
di sogni spinge e cinge il precipizio,
restare, com’allievo nosce ancora.
Bella anche questa! 🌹
Dallo sfondo scuro…
Non posso che confondermi! 😉
Complimenti!
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Buongiorno…e grazie, come sempre 🙂
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Ci ho trovato un significato…ma voglio lasciarla sedimentare per poi rileggerla…belle parole, fanstatico ritmo come sempre Dino!
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Grazie come sempre, Giacomo!
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