Senti un senso di impotenza che ti schiaccia il petto, quando ti comunicano che qualcuno a te molto vicino si è ammalato.
Alzi la cornetta, ti sforzi di essere fermo e rassicurante, cerchi di vincere il profondo imbarazzo dovuto al fatto che non ti fai sentire praticamente mai.
Tenti di sviare il discorso e di parlare d’altro, addirittura di progetti futuri, di incontri.
Provi a essere rassicurante, ché non è accaduto nulla, ché tutto si risolverà con una piccola operazione, e magari andrà proprio così, mentre in realtà non sai davvero di cosa cazzo parlare e ti vergogni mortalmente perché lo sai anche tu che stai dicendo un mucchio di stronzate che non pensi, perché un tumore non è mai uno scherzo, né per chi se lo becca, né per i suoi familiari.
La verità è che non riesci a immaginare neppure come possa sentirsi la persona all’altro capo del telefono.
E ti senti impotente e in colpa, perché è così: non puoi farci veramente nulla. Non hai la minima briciola di potere per riuscire a guarire l’altra persona, per rassicurarla, niente di niente.
E c’è un’altra verità, ancora più difficile da riconoscere e da ammettere a se stessi: la persona che si ammala ti fa pure incazzare. Come si permette di ammalarsi e di farmi soffrire? Come osa distogliermi dai miei obiettivi, dai miei progetti, dai miei spazi? Come osa invadere il mio territorio ed esigere indirettamente le mie attenzioni, con la sua malattia?
E c’è di più. So già che, se nei prossimi giorni ci saranno momenti in cui non sentirò il dolore, e inizierò a sentirmi in colpa anche per questo.
Dio mio, ma quante altre sberle mi vuoi dare? Sono cinque anni che va avanti questa storia. Non è sufficiente? I novantenni non si ammalano più? Fai crepare qualche vecchio centenario ogni tanto, e che cazzo!
Amici, parenti, possibilmente giovani e sotto i quarantacinque anni: c’è qualcun altro di voi che deve beccarsi un tumore? Una leucemia? Chi sarà il prossimo? Fatemi sapere, avanti. Ammalatevi tutti. Coraggio, fatemi pesare il vostro dolore, mentre io sto bene e me la spasso, cazzo.
E il groppo in gola si fa di nuovo grosso e torna a soffocarmi.
Sono un uomo fortunato, nonostante tutto. La Vita mi ha dato e mi sta dando veramente tanto. Dopo tanti anni, non l’avrei mai detto, sono un uomo sereno e a volte anche felice.
Fa terribilmente male, però, vedere che le persone a cui vuoi bene e che ami soffrono.
Tutto ha un prezzo. E chi ami e ti ama, quasi mai ti segue.