Siediti lungo la riva del fiume e osservalo, perché non c’è altro da fare.
Guarda l’acqua torbida che scorre e abbi pazienza, nessuna azione concreta può decontaminarla, ripulirla definitivamente. Sarebbero soluzioni temporanee. Quella che vedi è acqua che non può fare altro che fluire, e tu non puoi far altro che star lì a guardarla, a osservare la corrente che porta via con sé pesci morti, plastica, liquami, spazzatura, merda, a sopportare i miasmi e l’odore terrificante che sei l’unico a percepire, che prova a invischiarti, a travolgerti, che ti fa sentire solo, incompreso e arrabbiato verso un mondo che percepisci come giudicante e superficiale.
Tieni duro, aspetta, sopporta, osserva, non giudicare, respira. Lascia che accada, che l’acqua si ripulisca.
Forse una cosa potresti farla: raggiungere quel macchinario infernale in fondo al sentiero, che produce rifiuti e li versa nella sorgente, e provare a spegnerlo, anche se inciamperai e cadrai, anche se ti sbuccerai le ginocchia e i palmi delle mani e, soprattutto, anche se il vento lungo il cammino ti farà volare via come una foglia e ti riporterà spesso al punto di partenza. Non scoraggiarti, credici, riprovaci, entraci di nuovo, ogni giorno farai un pezzo di strada in più. E poi di nuovo.
Siediti lungo la riva del fiume e osservalo, perché non c’è altro da fare.