In spalle si stringe,
da nulla scalfita,
da vita indurita,
se stessa dipinge.
Non vede l’inganno,
la maschera truce
sul viso si cuce,
col cuore in affanno.
D’estate si scioglie,
la pelle d’albina,
il capo reclina,
svelando le voglie.
Poterti afferrare,
aprirti, svelarti,
calore donarti,
e farti gridare.
Oh Venere chiusa,
albàna di luna,
in fuga importuna
da amor, non è usa.